Diario di bordo

La solitudine di una mamma

Scrivere queste parole è difficilissimo, perché anche solo pensarle mi fa sentire in colpa ma sento il bisogno di scriverle, per stare meglio e sperare che altre mamme possano sentirsi meno sole e stare anche solo un po’ meglio.

Essere madre è meraviglioso. I figli ti danno tantissime gioie e ti fanno conoscere l’amore più puro e profondo. Ti fanno sentire completa e ti fanno davvero capire il significato della vita. Quando hai i tuoi figli davanti , capisci il PERCHE’ di tutto, delle scelte difficili, delle rinunce, dei sacrifici, della fatica. Capisci come abbiano fatto i tuoi genitori prima di te a fare quello che hanno fatto e ad essere ancora vivi… sì perché non è facile, ma solo quando diventi genitore lo capisci.

Però conosci anche il dolore, la paura e la solitudine.

Una madre passa attraverso molte fasi del dolore, la gravidanza non è sempre facile, ma la forza che contraddistingue le donne ci fa portare avanti queste 40 settimane sempre e comunque con un solo obiettivo. Il parto è un trauma. Che sia parto naturale o cesareo è una fatica immensa ed un dolore che solo un’altra mamma può capire, ma lo facciamo e magari ci lamentiamo, ma sono solo parole, perché dentro di noi sappiamo che lo faremo comunque e ce la faremo, perché il nostro obiettivo è sempre lo stesso, la vita che abbiamo creato.

Il momento, poi, in cui avremmo un bisogno disperato di riposare, perché il nostro corpo ha creato un miracolo e l’ha portato alla luce, coincide esattamente con il momento in cui invece inizieremo a non avere più un solo secondo libero per riposare. Questo piccolo fagottino ha bisogno di noi, solo di noi, è un essere indifeso che nulla può, ma di tutto necessita e solo noi possiamo prenderci cura di lui.

Il nostro corpo urla pietà con tutte le sue forze, ma il nostro motore interno sta già andando avanti, ci sta preparando a creare il suo nutrimento, perché non solo creiamo la vita, ma la nutriamo, e possono ben parlare della bontà degli alimenti artificiali, niente è come il latte della mamma, questo è risaputo e non c’è nemmeno bisogno che ne parli.

Però, capisco le mamme che decidono di non allattare. Allattare è importante, solo noi possiamo dare ai nostri bimbi quello di cui hanno davvero bisogno, non ci sono storie, solo il latte materno contiene tutto ciò di cui ha bisogno, è come dargli la vita una seconda volta, perché in questi primi mesi di vita il nutrimento che gli darai lo renderà più forte e sano e gli darà le basi per crescere e affrontare ciò che arriverà dopo, sviluppando al meglio il suo organismo e il suo sistema immunitario.

Ma, allattare è faticoso, molto faticoso.

Praticamente, passi dall’essere un’incubatrice all’essere una latteria senza soluzione di continuità, perché il tuo bimbo ha bisogno e di te e tu lo fai e basta.

La verità è che quando ci sei dentro non sai cosa stai facendo ma lo fai, perché senti che è la cosa giusta da fare. Non so quante persone mi abbiano chiesto come abbia fatto ad allattare due gemelle e la verità è che mi sono fatta un culo così (scusate il francesismo). Mi sono sentita così stanca da non riuscire più nemmeno a capire cosa stessi facendo, la stanchezza di quelle prime settimane la ricorderò per tutta la vita e questo non significa che ora non sia stanca, significa semplicemente che ora mi sono abituata ai nuovi ritmi, alle meno ore di sonno e al procedere quasi in automatico con tutte le cose da fare, ma all’inizio è stato massacrante.

È sapete qual è la verità? Che mi sono sentita sola, tanto sola. Mentre passavo le ore attaccata al tiralatte, senza aver tempo per fare altro, in ogni momento della giornata, mentre cambiavo pannolini e lavavo tutine, mentre cercavo di star dietro a tutto, mi sentivo sola. Avrei voluto parlare, ma non so nemmeno io con chi, avrei voluto che, come per magia, chi mi stava di fianco avesse potuto sentire come mi sentissi, quanto ero stanca e scoraggiata e mi potesse in qualche modo aiutare. Spesso mi sono sentita incompresa e, soprattutto, inadeguata. Sì, uno dei sentimenti più frequenti è il senso di inadeguatezza che una mamma continuamente prova. Non si è mai abbastanza, non fai mai le cose nel modo giusto, c’è sempre qualche super mamma pronta a dirti come vada o non vada fatta una cosa, c’è sempre chi ha la verità pronta da servirti. Sapete a queste persone cosa voglio dire? Beati voi! Beati voi che siete così limitati da pensare di avere la verità assoluta, di conoscere tutto e di sapere sempre come reagire in ogni situazione. Beati voi che non vi fate mai domande, che non avete mai dubbi e non vi fermate mai a chiedervi se questo sia il modo giusto di procedere. Io il modo giusto di procedere non lo conosco, la strada non mi si apre davanti come per magia, non so sempre cosa sia giusto fare e cosa no, lo imparo camminando. Continuo a cadere e continuo a rialzarmi proprio come le mie figlie che hanno appena imparato a camminare. Appena penso di aver capito come far funzionare una cosa, ecco che tutto cambia e niente funziona più. E la mia testa non si ferma MAI! Io continuo a pensare, e continuo a sperare che qualcuno possa capire quanto tutto questo sia difficile e quanto sola si possa sentire una mamma mentre compie questo viaggio bellissimo e terrificante, avendo come compagna da una parte la gioia e dall’altra la paura che qualcosa possa andare storto e segnerà le tue figlie per sempre.

Dopo questo sfogo, l’ennesimo, cerco di respirare e mi ripeto che va tutto bene, che le bimbe sono felici e crescono bene, che di cazzate insieme ne faremo milioni ma le amo troppo e loro lo sentono, che anche se non compro tutti i libri migliori o i giochini più educativi loro sono contente ugualmente ed io non sono una madre peggiore.

Alla fine di tutto, ciò che conta è solo l’amore… e la pazienza… di godersi i momenti senza sperare che potrebbe sempre andare meglio di come sta andando.

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